lunedì 26 ottobre 2009

il rovescio della medaglia

Un esempio di alta politica di chi da vent'anni lotta per strappare la propria terra all'illegalità. Un frammento di un'intervista chiara e diretta che lascia sperare che un'altra Italia è possibile, ripartendo qualche metro più in là dal potere.

venerdì 23 ottobre 2009

ironia della sorte

Un segno insopportabile del nostro tempo è la dilagante arroganza di chi ha il potere o di chi sente di respirare potere. I Mastella, vergognoso esempio di feudalesimo postmoderno, che attaccano magistratura e detrattori, con cieca aggressività e facendosi passare come filantropi e non pessimi mariuoli.
E più su fino al capo del governo che è l'arroganza fatta cerone, che vende se stesso come uomo buono e pulito attorniato solo da comunisti e farabutti. Tali esempi, che sembrano discendere direttamente dagli ultimi momenti politici del Craxi inquisito da Mani pulite, arrivano a contaminare giornalisti che si ritagliano spazi televisivi e popolarità grazie solo al livore e alla faziosità. Come sono lontani i tempi di Enzo Biagi, con la sua ironia pungente e sottile. Persino lo charme dell'Avvocato con le sue battute faceva pesare meno il suo denaro e il suo potere, rendendolo sopportabile anche nelle peggiori crisi sindacali. E giù giù fino ad Andreotti, all'uomo politico più ambiguo e pericoloso, che senza un filo di arroganza è andato a testa alta ad affrontare tutti i processi, udienza dopo udienza, fronteggiando accuse e testimonianze con il suo volto enigmatico e con le sue frasi ironiche che strappavano un sorriso, amaro, ma non consentivano spazio all'aggressività di parte, nonostante condanne e prescrizioni.
Rimpiangere Andreotti forse è un po' troppo ma questi sono giorni bui, forse i peggiori della nostra breve storia repubblicana. Arroganza dell'ignoranza. Si attacca, si urla nel nulla. Eppure occorrerebbe il silenzio della ragione, del buon senso che si posi leggero sul sorriso ironico che non ci faccia prendere troppo sul serio la fragilità di questi piccoli uomini.

lunedì 19 ottobre 2009

giovedì 15 ottobre 2009

le lombardiadi

Questi sono giorni in cui tutti corrono per candidarsi ad ospitare le olimpiadi del 2020 e il nostro governatore, l'impavido Alberto da Giussano del calatino, cavalca l’opportunità e senza avere alcuna idea di cosa possa essere organizzare questo evento, si lancia in questa avventura solo mediatica, senza alcuna reale possibilità di poter avere l’investitura del Coni prima e del Cio poi. Così esporrà Palermo, e la Sicilia intera, a questa ennesima brutta figura in cui si dimostrerà ancora una volta l’inadeguatezza della nostra classe politica, persino in cose semplici e di buon senso. Bastava lavorare seriamente a questo progetto, col concorso di tutti, senza improvvisare, senza dover a tutti i costi mostrare di essere dilettanti allo sbaraglio. Sarebbe stato opportuno avere un efficace progetto turistico, culturale e sportivo credibile. Non di certo con le nostre strutture sportive che sono fatiscenti, da terzo mondo, impresentabili persino per eventi di minore importanza e visibilità. Né potrebbe essere utile e opportuna un'altra colata di cemento su Palermo e sui siciliani. Ma forse Lombardo ha tenuto fede al detto olimpionico che l’importante è partecipare. Certo da qui al 2020 ne passerà acqua sotto i ponti, secondo Berlusconi persino lo stretto ne avrà uno. Ma questa è un’altra storia, dove l’improvvisazione e il dilettantismo talvolta trionfano.

giovedì 8 ottobre 2009

intervento di un lettore

Pubblico integralmente la riflessione di un lettore del blog pervenuta in redazione. Colgo l’occasione per invitare i lettori che volessero collaborare a inviare i contributi personali e i commenti all'indirizzo redazione.lasoffitta@gmail.com.

Sviluppo Economico, qualcuno come l'emerito Bondi è già sceso in campo per ribadire che l'intervento è sacrosanto, provo comunque a fare un ragionamento che esuli dalle mie convinzioni politiche (ammesso che ne abbia).
Perchè il ministro dello sviluppo economico, tale onorevole Scajola, debba occuparsi di chiamare a rapporto i vertici Rai per intervenire su Annozero? Cosa c’entra con lo sviluppo economico?
L'economia italiana è così florida da permettere al ministro deputato allo sviluppo di essa , di intervenire per aiutare il primo ministro a fronteggiare l'orda dei comunisti di Annozero (lungi da me pensare che ci sia un mandante o un preciso input del primo ministro)?
Sorvolando sull'opportunità di tale intervento, da contribuente (e che contribuente) chiedo al mio Governo, quanto mi costa?
Ecco voglio sapere solo quanto mi costa l'intervento di un ministro con scorta e staff, tutti a lavoro per evitare l'invasione bolscevica in TV, mica parliamo di utilizzi impropri di carta di credito ministeriali...
Non mi interessa neppure sapere perché la serie TV Dr. House veniva data dai promo in onda la Domenica per poi spostarla senza preavviso lo stesso giorno di Annozero, con l'evidente intento di togliere spettatori ai cattocomunisti di Annozero. E' pura coincidenza perché il nostro primo ministro ovviamente non ha peso sulla sua ex azienda guidata dal figlio ma pur sempre indipendente Pier Silvio.
Una curiosità mi rimane, evitando di commentare il rispetto mostrato per quei quattro straccioni che ancora guardano la TV commerciale con ore di Spot annesso, come hanno giustificato tale spostamento a chi paga gli spot? Chi vuoi che risponda ad uno che guarda tv commerciale, mica parliamo di sviluppo economico...Salvo Sottile


venerdì 2 ottobre 2009

condonati di vomito

Una valanga di fango ha sommerso vite, case, strade. Una valanga di fango che è stata originata da quei fiumi di denaro sporco, fetido che travolge ogni diritto di senso civico e di rispetto dell'ambiente antropizzato. Uomini spietati che rendono ogni cosa edificabile, sfruttabile. Interessi economici che trasformano terreni fragili come biscotti in zone perennemente cementificate. Tutti sapevano, tutti prevedevano ma nessuno è mai intervenuto. I responsabili, quelli veri, non saranno mai puniti, sono già fuggiti con la cassa. Si spenderanno giorni interi di parole, polemiche e pian piano si spegneranno le luci e si ritornerà a costruire, a rilasciare permessi e a divorare terra e natura. Una simile tragedia, dopo L'Aquila, Sarno avrebbe dovuto far dimettere amministratori, politici e tecnici dei comuni. Tutti resteranno al loro posto, anche alle prossime elezioni e a quelle ancora. Anche loro condonati dagli elettori. Siamo in Italia, basta una lacrima e tutto si perdona. Aspettando la rivincita che presto si riprenderà la natura.

senza soldi per i libri

Riflessioni su un pezzo di società sempre più in crescita raccontato in un acuto articolo da Marco Lodoli.

Finalmente ho comprato un televisore nuovo: quello vecchio era davvero vecchio, il telecomando era rotto e molti canali non si vedevano più, oscurati dalle nuove disposizioni. Non seguo molto la televisione, ma mi piace vedere qualche programma di informazione, qualche avvenimento sportivo, e qualche cartone animato insieme ai miei bambini.
La mattina in classe è passata la bidella per leggere un comunicato della presidenza che spiega come fare per ottenere il rimborso dei libri scolastici, quali documenti presentare e in che orari di segreteria. Bisogna essere tremendamente poveri per avere questa facilitazione: solo la famiglia che non supera i 10.650 euro annui ha diritto a un aiuto. Purtroppo molti dei miei studenti – insegno in una borgata romana affacciata sul Grande Raccordo Anulare – sperano in questo contributo statale; molti, troppi stanno sull’orlo della miseria o ci sono tragicamente già caduti dentro.
Ebbene, alla fine della lezione ho raccontato del mio acquisto: “Era ora, professò, nun se po’ campà senza er televisore, io senza nun ce starei manco un giorno, a casa mia li tenemo sempre accesi, dalla mattina fino a notte fonda.” E allora mi è venuta la curiosità di sapere quanti televisori hanno in casa i miei allievi. Dunque, quello che in casa ne ha di meno, ne possiede tre, “uno in sala, uno in cucina e uno naturalmente in cameretta mia”, ma molti ne hanno quattro, cinque, fino al record di Giada che ne può vedere sette, uno in ogni camera, compreso il bagno.
Quasi tutti sono abbonati a Sky o al digitale terrestre per avere la scelta più ampia. Mi è venuta una certa tristezza, sia pensando ai soldi ingoiati voracemente da quegli schermi piatti, sia a quanta solitudine passi attraverso questa moltiplicazione televisiva: ognuno ha il suo programma da seguire, non c’è più una Nazionale o un Rischiatutto che per una sera convogli genitori e figli sullo stesso divano, davanti alle stesse immagini. La televisione divora risparmi e affetti, i pochi denari di queste famiglie e la voglia di stare insieme, davanti all’unico altare ormai possibile.
da "Primo banco" di Marco Lodoli, 28/09/2009