giovedì 22 luglio 2010

il comunismo? E' possibile

L'articolo che segue è scritto da A. Camilleri, pubblicato lo scorso 17 luglio nell'edizione on-line dell'Unità. E' una riflessione acuta e per nulla banale sul comunismo come idea e sui fastidiosi luoghi comuni che hanno reso questa idea sempre più inattuale e inattuabile, soprattutto nei paesi occidentali. Eppure questi sono giorni in cui ci si sente più soli senza comunismo.

Leonardo Sciascia sosteneva che il cattolicesimo e il comunismo fossero due parrocchie uguali, era un po’ cattivo coi comunisti. Intanto, il comunismo diceva e agiva cercando di far stare meglio gli uomini sulla terra e non nell’aldilà. Quindi le due parrocchie non erano mica tanto parrocchie. Io sono stato, e continuo a essere, un comunista. Certo il prezzo pagato è stato un prezzo alto, in vite umane, in molte cose.Certo che molte cose del comunismo, nella sua attuazione pratica, sono state sbagliate e si sono trasformate in errori tragici proprio nel conteggio di vite umane. Ma continuo a ritenere che l’aspirazione all’uguaglianza, al diritto uguale per tutti sia il dettame più cristiano che io abbia mai sentito, cristiano non cattolico. Purtroppo è un’applicazione terrena e quindi destinata a errori enormi, a sparire non saprei. Perché molti di quei princìpi sociali che erano alla base del comunismo sono entrati quasi senza avvertimento in certe visioni dello Stato sociale, della cura delle persone… Tante cose che nel primo Novecento non erano neppure ipotizzabili si sono insinuate, perché necessarie nel cammino sociale degli uomini. Non era un’utopia.
È stata consumata e voltata in utopia proprio perché si è mal realizzata. Quando noi ci troviamo di fronte alla rivoluzione comunista in Cina, e dalla fame assoluta riesce a dare una scodella di riso a tutti, che cos’è questo se non un passo avanti nel vivere insieme di tutti gli uomini? Il comunismo è una perdita di libertà, perché si manifesta come dittatura. E questo è inevitabile. È possibile ipotizzare un comunismo senza dittatura? Pare che non sia possibile. Io credo che lo sia. Quando, in un futuro non troppo lontano, avverranno spaventose crisi economiche, perché ora siamo solo agli inizi di piccole crisi che colpiscono la finanza. In un futuro non così lontano, comincerà a mancare l’acqua. Stiamo vivendo in questi giorni un sommovimento mostruoso delle stagioni, blocchi immani si staccano, diventano iceberg perché la calotta polare non tiene più. Ci troveremo, credo, in un futuro non tanto lontano a combattere per un bicchiere d’acqua e allora forse ritroveremo una solidarietà che il benessere e il capitalismo c’hanno fatto dimenticare. Abbiamo rimosso non solo i princìpi del comunismo, ma anche quelli del cristianesimo e persino del vivere sociale.

lunedì 19 luglio 2010

paese di eroi

In questi 18 anni senza Borsellino si è tentato di mescolare realtà e controrealtà, depistare le idee e imporre falsità. Un'intervista per non dimenticare le parole, quelle parole.

martedì 13 luglio 2010

venerdì 9 luglio 2010

imbavagliati

Oggi anche questo blog aderisce alla protesta contro il disegno di legge proposto dal Ministro Angelino Alfano che riduce le possibilità di pubblicazione delle intercettazioni e limita la libertà di informare. Non aggiungiamo altro visto che abbiamo già affrontato questo argomento in altri post. Adesso solo silenzio.

giovedì 1 luglio 2010

la malacittà

Dai post di questo blog abbiamo sempre denunciato lo stato di degrado di Catania, degrado morale, sociale, politico ed economico. Una città ormai fogna che è ritornata in mano alle cosche, di palazzo e di strada. Quando le pallottole sibilano in municipio o in qualche consiglio d'aministrazione tutti possono girarsi dall'altra parte. Ma quando le pallottole volano in pieno giorno, in centro, davanti all'università è difficile voltarsi e ignorare. Niente di nuovo per chi conosce le viscere di questa città. Insopportabile invece lo stupore pretestuoso di chi finge di vedere adesso ciò che è chiaro a tutti da tempo e dichiara, solo a vantaggio di microfoni e telecamere, che bisogna dare una risposta. La risposta purtroppo la conosciamo. Adesso porgiamo solo una domanda: quando ci riprenderemo la nostra città e avremo il coraggio e la voglia di prendere a calci in culo politici, imprenditori e ominicchi che hanno svenduto Catania alla mafia? Il tempo scorre, non vorrei che trovassimo scritto "game over".