sabato 19 maggio 2012

prima pagina

La strage di Brindisi, straziante, fa ritornare la scuola il centro nevralgico delle notizie dei media. Triste pensarlo ma si parla della scuola, dei ragazzi e di tutto il mondo che gira intorno solo in casi così estremi. O in pochi altri casi, bizzari. Poi il silenzio e la scure dei tagli. Una società che dimentica colpevolmente la scuola è una società destina a morire, civilmente. Spesso, le scuole rappresentano l'ultimo avamposto educativo e di contrapposizione alle mafie, al malaffare, alla malapolitica. Bufalino amava dire che per combattere la mafia occorrevano più maestri che esercito, ma i nostri ministri ritengono che la scuola sia solo un luogo in cui operare economie, non il luogo principe della formazione di idee e culture.
Colpire la scuola e i suoi studenti è un atto vile, ma emarginare le scuole particolarmente quelle periferiche è un atto infame e di collusione mafiosa. Vedrete qualche giorno ancora e poi la scuola ritornerà a occupare le pagine di economia e di cronaca locale, mostrandone spesso le deformazioni.
Ogni tanto le bombe risvegliano le coscienze, fu così per quelle di Capaci e di via D'Amelio. O distolgono l'attenzione. Dobbiamo comprendere quale sarà oggi la nostra strada. E la nostra storia. 

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