giovedì 25 febbraio 2010

il prezzo

C'è una riflessione semplice da fare. I tagli alla scuola, con le ultime novità sulla superiore che continuano a mascherarla in riforma perché suona meglio, hanno tolto ogni dubbio: l'obiettivo è di smantellarla e di svuotarla di contenuti a vantaggio di una società liberista e capitalista che punta su una scuola povera per tutti e privata per i ricchi. Mi prometto di scrivere presto un post analitico sulla questione della scuola pubblica e anzi spero di aprire più di una discussone con i lettori del blog, vista l'importanza e l'urgenza dell'argomento. Ma adesso pongo solo una breve riflessione. Ci dicono che le inefficienze della pubblica amministrazione, della scuola e della sanità sono la palla al piede della nostra spesa e della mancanza di risorse per eventuali investimenti che diano propulsione alla crescita e allo sviluppo economico. Un mantra che ci ripetiamo in ogni dibattito politico. Poi basta guardare i dati della corte dei conti e si scopre che la vera tassa che noi italiani siamo costretti a pagare si chiama corruzione e concussione. Politici, manager e tante escort in questo infinito mare di torte da divorare, senza fretta. A tutti i livelli, corruzione, tangenti, favori e tanti soldi pubblici che volano via lungo strade di diffusa illegalità. Questi sono gli unici sprechi da tagliare. Altro che scuola. Ma questa invece è l'unica spesa in crescita senza controllo. La democrazia per vivere ha bisogno di costi, ma chi ha messo la targhetta del prezzo di questa politica? E i tetti delle fabbriche, e non solo, sono sempre più popolati di fantasmi senza lavoro.

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