venerdì 5 febbraio 2010

tre giorni

Sono tre giorni. Tre giorni in cui le periferie si spopolano e si prendono possesso della Città. Questa anima grigia attraversa le vie del centro con vestiti a sacco e inspira le strade con l'anima di chi adesso le possiede. Se ne inizia a sentire l’eco settimane prima, ognuno ha i suoi rituali, ognuno ha le sue usanze da ripetere ogni anno, da far ripetere a tutte le generazioni. Non c’è nulla di religioso, solo fede nella festa, nei colori, nei sapori mai sensazioni fine a se stesse. Chi ha bottega chiude, chi lavora prende giorni di permesso, gli altri cioè la quasi totalità smette di arrangiarsi, per qualche giorno è possibile farlo. Si dice che in città non si commettono reati in questi tre giorni, perché sono tutti devoti della santa. Si dice soprattutto che la festa sia in mano alla mafia e nessuno vuole interrompere questo abbraccio. Si dice che vengono decise le sorti politiche della città. Si dicono tante cose e forse bisognerebbe solo starsene in disparte e guardare in silenzio un po’ questa inusuale e pacifica invasione dai quartieri. Lo faccio quando ne ho voglia, quindi mai tutti gli anni e quando mi capita incontro sempre ragazzi che conosco. Li trovo sempre diversi, come se il fiume della festa li avesse levigati rapidamente e modellati alle pietre più grandi. Adulti nei gesti e nelle parole che adulte non sono. Urla e battimano, senza un’apparente ragione. Il fumo delle bancarelle di carne di cavallo si mescola al marrone del torrone caldo. E palloncini da far volare per distrazione o per segnale. E tutti questi ragazzi pieni di niente che avranno finalmente qualcosa da raccontare, qualcosa in cui sentirsi protagonisti ed essere al centro di quel mondo. Almeno per questi tre giorni. Conosco alcuni ragazzi che provano a tenere dentro questa sensazione in un unico respiro profondo fino a soffocare, altri lasciano scorrere le emozioni dentro la traversa in cui spacciano e si tengono così compagnia, ancora per un giorno ancora.
Si dice che questi tre sono i giorni più freddi dell’anno nella città. Forse perché nessuno riscalda di sonno la notte in periferia.

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