giovedì 20 maggio 2010

povero futuro

C'è una strisciante strategia italiana ed europea che si sta facendo strada in questi mesi di crisi e di inadeguatezza politica in risposta a speculatori, ladri e truffatori finanziari. La strategia è quella di reperire denaro frusciante attaccando le basi stesse dello stato sociale: scuola, sanità servizi pubblici e pensioni. Incontri comuni in cui si discute solo di questo e riunioni in cui mettere in minoranze pensieri politici divergenti. Un fronte comune ultraliberista che farebbe impallidire il binomio degli anni '80 Lady Thatcher-Mr. Reagan. Pezzo a pezzo ministri dell'economia e premier conservatori hanno lentamente, ma non troppo, iniziato a smontare le fondamenta dei servizi pubblici e delle conquiste sociali e di civiltà. Tutto come sempre nel silenzio generale. Ci vogliono far credere che non è più possibile avere diritti, che questi diritti sono solo privilegi e che persino il concetto stesso di pensione debba essere rivisto o stravolto.
La scuola è ormai un guscio vuoto pieno solo di tagli talmente profondi da ledere diritti costituzionali che nessuno mai prima d'ora aveva ipotizzato di attaccare, se si esclude la Loggia P2. In questa voluta confusione di cifre e di proclami farneticanti, chi non ha compreso la crisi o chi l'ha provocata in maniera diretta o indiretta, adesso ha dichiarato di aver trovato la soluzione, globale. Morte al Welfare e diritti garantiti solo per i pochi ricchi e potenti. Una lotta di classe alla rovescia.
Io credo che dentro questa crisi abbiano trovato l'ideologia comune per dare l'ultima spallata a quelle poche conquiste che hanno reso democratici e civili gli stati europei.
Cosa dobbiamo aspettare a riprendere la lotta per difendere libertà sociali e futuro? Aspettiamo di dover pagare scuola, ospedali, medici e ricevere una misera pensione che ci renda sempre più poveri e indifesi? Didendiamoci perché la guerra è già iniziata e noi non abbiamo neanche compreso da che parte sparare.

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