lunedì 8 giugno 2009

l'Europa vista dalla soffitta

Alcune considerazioni sul voto delle elezioni europee, al di là dei numeri e visti dal basso verso l’alto..
Da destra: inizia il dopo Berlusconi, non tanto per il mancato sfondamento del 40% sbandierato dal premier con la solita eleganza politica, ma per il fermento che ruota intorno a lui. Il governo continuerà a spostare il suo asse politico sempre più a Nord sia per la crescita della Lega sia per la mancanza di un partito governativo che faccia una seria proposta sul mezzogiorno che non sia demagogica o clientelare. Lombardo, il vero democlientelare, nonostante l’alleanza con quel simpatico e moderno statista di Storace, ottiene un pessimo risultato forse perché per le europee non bastano le buste della spesa. Si rifarà alla prossima tornata elettorale siciliana.
L’UDC cresce ma ha un progetto destinato a galleggiare e spesso è impresentabile visto cosa imbarca e presenta. Dietro il volto rassicurante per la signora tuttacasaechiesa e il professionista che vuole essere rassicurato, nasconde il peggio della politica italiana, da Cuffaro a Gianni e persino al saltimbanco Sgarbi. Fiato corto in attesa della prossima inchiesta giudiziaria.
Da sinistra: incredibile ma il 6,4% dei comunistelli non porterà neanche un deputato in Europa perché quei geni dei dirigenti, ognuno con motivazioni diverse e incomprensibili, hanno deciso di presentarsi divisi, senza parole. Unica differenza è che i rifondisti di Kinder Ferrero sembrano avere un progetto politico con la data di scadenza mentre Sinistra e libertà dovrebbe essere un progetto per il futuro, sempre che personalismi e arroccamenti non facciano naufragare anche questo progetto di rinascita della sinistra. Di Pietro e il suo partito sembrano veleggiare in un mare di consensi crescenti. Sarà ma legalità e qualunquismo non possono da soli portare consensi infiniti. Credo che dipenda dalla debolezza altrui a fare opposizione seria e dall’incapacità della sinistra a riprendere un vero percorso sociale, fatto di una nuova socialità e non sempre sospesa nel binomio fra padroni e operai, ricchi e poveri figli di una vetusta lotta di classe che non tiene conto delle dinamiche sociali e culturali degli ultimi decenni. Bravo il furbo Di Pietro ma credo che questo sia il suo massimo storico. Pannella e dintorni restano sempre col loro 2%, uno scoglio sicuro e costante da decenni a questa parte, nonostante l’ottima europeista Bonino, ma gli elettori sono spesso più attenti alle donne quando sono veline.
Chiudo col PD e col suo striminzito 25% che poteva anche essere inferiore. Sembra una zattera più che una corazzata che dovrebbe opporsi a Berlusconi e Lega. Ma c’è una nota positiva che finalmente i dirigenti hanno compreso che per fare politica bisogna affidarsi a chi la politica la sa fare cioè a un ex dc molto combattivo e pronto a fare davvero opposizione. Dalla soffitta un consiglio: cominciare a tessere una lunga tela di confronti per organizzare un’alleanza seria a sinistra altrimenti torneremo a essere opposizione per i prossimi 50 anni.
Ultima considerazione per gli elettori siciliani. Abbiamo mandato a casa Fava, uno dei migliori deputati della scorsa legislatura al parlamento europeo e rischiato di eleggere il mortadellaro Nino Strano. E la mia città sembra non essersene accorta, almeno dalla soffitta, almeno per oggi.

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